La formula è semplice e chiara: chi vince va avanti, chi perde torna a casa. Il piatto è ricco e per questo in molti oltre oceano al TBT (acronimo di The Basketball Tournament), un pensierino lo fanno. Anche ex giocatori NBA come Nate Robinson, Brian Scalabrine, Jason Williams e Mike Bibby.
Nel 2014, 32 squadre al via per un premio finale di 500 mila dollari. Il torneo, alla sua prima edizione è stato un successo. E così quest’anno, premio raddoppiato e 97 formazioni ai nastri di partenza.
Il TBT è un torneo 5v5, open (i partecipanti devono essere maggiorenni, cittadini americani o canadesi) senza costi di iscrizione. Ogni squadra è composta da un minimo di 7 ad un massimo di 12 giocatori. E’ consigliata la presenza di un Allenatore, di un General Manager per gli aspetti amministrativi/organizzativi e di un Booster, un individuo capace di promuovere la squadra e raccogliere il maggior numero di sostenitori possibile. La cosa non è secondaria: infatti, una squadra per poter partecipare al TBT deve avere dalla sua almeno 100 fan.
L’edizione 2015 si è svolta tra Los Angeles, Atlanta, Chicago e Philadelphia. Ogni città aveva il suo tabellone a eliminazione diretta e così, in meno di un mese si è passati da 97 a 17 squadre (le Super 17, secondo le etichette del TBT). Un altro weekend di gioco a Chicago per designare le 4 semifinaliste e poi tutti a New York per la volata finale, rigorosamente in diretta su ESPN.
Quest’anno il TBT è stato vinto dagli Overseas Elite (Travis Bader, Kyle Fogg, Paris Horne, Jhondre Jefferson, Myck Kabongo, DJ Kennedy, Shane Lawal, Errik McCollum II e Todd O’Brien) che si sono imposti per 67 a 65 contro Team 23 (Zach Andrews, Travis Gabbidon, Andrew Kelly, Augustine Okosun, Larry Owens, Dwight Pederson, Gabriel Sandoval, Alex Scales, Marcus Wells e Davin White).
A loro sono andati 950 mila dollari circa, rigorosamente spartiti tra giocatori, allenatore, GM e booster secondo quote stabilite all’interno del team prima dell’inizio del torneo.
E i restanti 50 mila dollari?
Ai fan… senza i quali la squadra non avrebbe mai potuto partecipare al TBT. E così il cerchio si chiude e tutti possono veramente festeggiare la vittoria.