Reggio ritrova i pupilli tricolori, ma l’Olimpia è un carro armato

Alessandro Gentile

Game 2: Reggio Emilia nel disperato intento di convincere se stessa e i propri tifosi che le assenze di Stefano Gentile e Pietro Aradori non necessariamente possono condizionare la serie. EA7 Milano per provare a rendere la conquista dello scudetto una passerella senza patemi d’animo.

Gli “imputati” reggiani, dopo la prima sfida, rispondono alla grande nei minuti iniziali: Della Valle e Polonara per il 2 a 5 esterno. Jasmin Repesa invece “provoca” Kruno Simon sostituendolo dopo neanche tre minuti di partita, rea di passività offensiva; il lavoro sui due lati del campo di Batista propizia il contro sorpasso meneghino. Alessandro Gentile dimostra di essere a suo agio in questa serie finale, scatena l’esuberanza fisica contro le legnose gambe ospiti: 11-7. E’ proprio la difesa il problema principale per gli uomini di Menetti, tante mani addosso e pochi “scivolamenti” mettono la Grissin Bon nelle condizioni di entrare in bonus troppo presto; la polizza lituana però funziona sempre, l’asse Kaukenas-Lavrinovic si mette in moto ed è nuovamente vantaggio reggiano. L’interminabile primo quarto, fra fischi ad ogni respiro dei contendenti, finisce con la zampata di Della Valle: 23-24. Olimpia correttamente aggressiva sui 28 metri, forte della panchina lunga rispetto le rotazioni limitate ospiti; inevitabile il nuovo break dei padroni di casa (con Gentile a quota 12 punti), 31-24 sul tabellone. Nonostante ci fosse un evidente gap fisico fra le due squadre, la Grissin Bon regge l’urto senza fare nulla di trascendentale, il time out di Repesa è l’ennesimo monito al gruppo a all’atavico problema delle distrazioni. Rakim Sanders accende l’istinto d’attaccante puro, 5 punti di fila  e Kalnietis con gioco da tre punti ricaccia gli avversari a -11; finale a suon di triple e squadre all’intervallo sul 51-45.

Personalità reggiana alla ripresa delle ostilità, nessuno indietreggia ai colpi di Kalnietis e Gentile, la Grissin Bon trova un alleato fondamentale nelle conclusioni da oltre l’arco dei 6,75. Il match diventa inguardabile, in primo luogo per un’inconcepibile scelta di fischiare qualsiasi cosa in movimento sul parquet, poi per evidenti errori di stanchezza dei protagonisti: 62-56. La sensazione forte è che nel tecnico comminato a Kaukenas (su un fallaccio non fischiato ndr.) ci sia la frustrazione per una Reggiana che fatica a trovare energie vitali utili alla rimonta; terza frazione chiusa con una doppia fucilata di Della Valle: 79-72. “Ventello” del figlio di Carletto, se la reazione della Grissin Bon è encomiabile Oliver Lafayette è degno di nota per senso chirurgico del gioco: ad ogni azione ospite una reazione uguale e contraria targata n. 3 EA7. Sanders devasta il canestro e chiude virtualmente il match, l’83 a 69 costringe al time out coach Menetti, per una gara 2 che prende la strada dei Navigli. Ultimi cinque minuti senza scossoni, Gentile rimpolpa il bottino personale, Sanders trasuda freschezza atletica e sirena del quarantesimo minuto che decreta il 94-73 finale. EA7 nettamente più forte dopo due episodi della serie, Reggio Emilia aggrappata all’ultima variabile impazzita… il PalaBigi.

Raffaele Baldini (www.cinquealto.com)