Da “Il Piccolo” una lunga intervista a Gianmarco Pozzecco. Riportiamo tre argomenti chiave dell’estate fra due canestri.
Il futuro
«Il mio ruolo mi sta bene. Facendo il vice ho imparato ad essere più analitico, sento che ora sono più completo. Se resterò o meno a Zagabria? Si, resto qui ma firmo soltanto un annuale, ho sempre fatto così perchè mi sembra più corretto».
La Nazionale
L’Italia ha buone possibilità al Preolimpico. Tra l’altro dovremo vedercela proprio con la Croazia, ne parlavo con Aza Petrovic. Messina è un grande, posso mettere le mani sul fuoco per i vari Gallinari, Bellinelli, Datome. E poi c’è un giocatore che secondo me può fare la differenza: Hackett. Se ne parla poco ma è maturo per il salto di qualità. Puoi usarlo da guardia e da play. Può dare quella fantasia che altre volte è mancata. Vedo un solo rischio per la Nazionale, spesso ha ottenuto i risultati migliori partendo da da sfavorita. Stavolta in casa ha i riflettori addosso».
Tonut, Flaccadori e il nuovo che avanza
«Io impazzisco per Tonut. Sarà che conosco Alberto, sarà che quando era ragazzino abbiamo giocato in una partita ai salesiani e gli ragalai un mio paio di scarpe. 42, ora si è allungato e le avrà buttate. Ha grandi mezzi fisici, migliora ogni anno. Avrei dovuto portarlo a Varese e mi pento di non averlo fatto. I miei rimpianti si chiamano Tonut e Flaccadori. L’avrei fatto giocare, sicuro come l’oro. Giovani di talento. Giocatori di talento. Solo in Italia continuiamo a etichettare come giovane uno del 1993. In Croazia lanciano i sedicenni, qui invece uno a 18 anni non è considerato maturo».