Fonte: Indiscreto.info
Oscar Eleni commenta l’Italia messiniana post torneo di Bologna.
Eccoci arrivati fra una bestemmia e l’altra, nel caldo, nelle code, sulle strade sbagliate dove un vecchio pensionato voleva mandarci l’ambulanza per un trasferimento al neurodeliri vedendo Tanjevic che dopo il campo Falchi, sulla via Osoppo, cercava di stemperare la tensione spiegando, per la milionesima volta, come deve stare un giocatore in difesa. Un falso ideologico, visti i giocatori che oggi considera superiori nella povera italietta che a lui piace tantissimo. Vorrebbe esserne di nuovo l’allenatore nel 2020, salvo poi chiedere la presidenza nel 2024 con il benestare di Petrucci. Insomma eccoci ad Azzurra che dobbiamo riconsiderare tenera se contro l’avanguardia canadese, quella che farà tremare i francesi a Manila, la sfida a rimbalzo dice 51 a 33 per gli uomini d’acero. Per capire la confusione, nella pericolosa eccitazione del preolimpico, il titolo di un giornale che dovrebbe educare e non confondere, ci ha detto che è stato il primo stop per Messina. E sì. Questo resta davvero un paese dove gli allenatori sono maghi di Oz fino alla prima sconfitta, dopo liberi tutti di rimpiangere e criticare. Diciamo che per il poco tempo a disposizione Messina avrebbe avuto bisogno di partite come quella con il Canada, non certo con la Cina o le Filippine. Anche lui ha ammesso che preferirebbe perderle tutte prima di scendere sul campo per le sfide che contano, ma nell’euforia delle investiture, nel viaggio verso il sogno di Rio, ci siamo dimenticati che era necessario programmare le cose in maniera diversa. No, cara gente, un Messina che sorride davanti alla puttanata, contro il Canada un delirio, ci spaventa di più dei viandanti e delle troppe wags sotto i portici bolognesi. Doveva avere prove provate di chi, in questo gruppo, resterà scorpione per sempre, di chi recita la parte del giocatore che gioca con e per gli altri, ma poi, in difesa, perde quasi sempre il suo uomo al primo palleggio.
E no caro Boscia, che vedi gloria prima coi croati e poi coi greci, anche se li temi più della squadra di Aza Petrovic, ci sono cose da sistemare e così poco tempo per farlo. Naturalmente alzando il livello della competizione atletica si rischia anche l’infortunio. La botta a Belinelli è stata brutta, il dolorino che ha tormentato Hackett ci ha fatto ricordare altre situazioni poi non risolte, questo Bargnani che si ferma ogni due giorni sembra uno di quei treni trappola per i pendolari. Peggio sarà con i portoricani a Biella se ricordiamo bene certe sfide, anche amichevoli, ma con loro di amichevole non c’è mai stato niente, sul campo, e questo crea allarme.
Messina aveva pregato a San Luca per avere tutti in salute. Non sarà così. Per far capire come sognava un futuro veramente azzurro ha mandato un messaggio alle truppe arruolabili: se venite in Nazionale dovete fare un passo indietro, soltanto così faremo un passo avanti tutti insieme. Eh sì, cara gente, Gallo impetuoso e inguardabile contro il Canada, prima di sognare la sfilata a Rio bisognerà conquistarsela. Meglio che le abbiate prese adesso, ma attenzione, anche se il tempo per scoprire la vera natura di certi giocatori, le debolezze di uomini che sanno tutto sulle tecniche per essere simpatici e belli da presentare al mercato, è stato così poco, noi confidiamo che chi lavora con Ettore Messina abbia portato le relazioni giuste, non quelle che vengono dettate alla servitù impegnata, casualmente a scriverne anche sui giornali. Questa Nazionale andrà a Rio se fino a Torino sarà chiusa nel castello del Toranaga Messina, vero shogun, e non penserà ai balli imperiali, alla caipirinha o casciassa brasiliana prima di aver mangiato pane duro e dormito senza telefonino accanto.