“La Jugoslavia ha fondato il basket moderno”
Tom Hawking, via rollingstones.com, si interroga ancora una volta sull’impatto che la cultura cestistica dell’ex Jugoslavia ha avuto sulla pallacanestro mondiale, e di conseguenza anche sulla NBA. Dopo aver riepilogato i tratti fondamentali delle due diverse visioni di questo splendido sport, il cronometro della memoria si blocca sul 1990, che secondo Hawking può fungere da data indicativa per avvalorare la sua tesi.
Loro rappresentarono l’apogeo dell’approccio europeo alla pallacanestro. E forse non è sorprendente notare che questa attitudine scomparve per quello che riguarda l’NBA delle ultime due decadi, visto che la nazionale statunitense non aveva più una guida dopo il Dream Team. Non ci poteva essere una squadra più forte. Il Dream Team II era un collage di giocatore che non erano riusciti ad entrare nel primo Dream Team. Le rappresentative degli anni successivi non brillarono, comportandosi come se la vittoria fosse un fatto dovuto e avvicinandosi al pericolo di venire sconfitti. L’impensabile accadde nelle Olimpiadi del 2004 […]”
L’NBA guarda all’Europa con interesse e c’è sempre meno timore di affidarsi alle sapienti mani dei cestisti provenienti dal Vecchio Continente. Gli Spurs di Popovich e i Golden State Warriors, conclude Hawking, sono il riflesso di “quel” modo di intendere la pallacanestro e forse per sempre gli appassionati di basket saranno perseguitati dalla domanda “e se quel paese non si fosse diviso al suo interno?”
Rajone