Tanta esperienza, ma l’entusiasmo di una ragazzina: Silvia Favento arriva all’Umana Reyer, dopo un “corteggiamento” reciproco durato anni, sposando subito la causa orogranata. Conosciamola meglio in un simpatico botta e risposta.
Soprannome?
“Goku”
Miglior qualità in campo?
“Sono una combattente. Il mio motto? “Mai molar” (in triestino)”
Miglior qualità fuori dal campo?
“Saper ascoltare… e magari consigliare”
Difetto fuori dal campo?
“Quale dei tanti?! Ah, ah, ah! Meglio non farmi arrabbiare”
Idolo sportivo?
“Nel basket , Michael Jordan. In generale, Yuri Chechi”
Il compagno di squadra più importante della tua carriera?
“Imma Gentile”
Il miglior scherzo fatto o subito in spogliatoio?
“Ciò che succede nello spogliatoio… rimane nello spogliatoio”
Quando e perché hai iniziato a giocare a basket?
“Mia mamma dice sempre che, ancor prima di nascere, ovvero nella sua panciona, giocavo a pallacanestro!! A parte questo, dopo una parentesi di due anni di ginnastica artistica (non esattamente lo sport per me…) a 8 anni e mezzo ho iniziato ad inseguire il mio sogno”
C’è un campo particolare che non dimenticherai mai e dove giocavi con i tuoi amici/compagni nel tempo libero?
“Palacalvola a Trieste”
Un aggettivo per descrivere la pallacanestro?
“Imprevedibile. Ed emozionante. E tanto altro: una vera scuola di vita”
Gli allenatori più importanti della tua carriera?
“Ogni allenatore mi ha insegnato qualcosa. Anche perché non si smette mai di imparare”.
Cosa ti piace di più del campionato italiano?
“Niente in particolare, ma ringrazio che ci sia”
Come immagini l’avventura europea dell’Umana Reyer?
“Un’occasione da sfruttare al mille per cento per raggiungere tante soddisfazioni”
Affrontare squadre importanti sia in Campionato che in Coppa può aiutare l’affiatamento e la confidenza della squadra?
“Io sono straconvinta di una cosa: per vincere, e quindi anche divertirsi, bisogna aver la capacità (e a volte la fortuna) di trovare la chimica giusta nel minor tempo possibile. Perché “solo” l’unione fa grande una squadra. E se ti confronti con i migliori hai ancora più motivazioni”
Secondo te, giocare in palazzetti come quelli che troveremo in Europa può esaltare la squadra o potrebbe essere un fattore che aumenta la difficoltà dell’impegno?
“Giocare in palazzetti dove il tifo si sente? Beh, per me significa “carica”. Sono adrenalinici! Spero che anche per le mie compagne sia così”.
Sposata/Fidanzata?
“Single”
Hai Social Network? Quale usi di più?
“Non sono amante dei social”
Città, film e piatto preferito
“Trieste; Il gladiatore; gli gnocchi di semolino di mamma e il pesce di papà”
Che squadra tifavi da piccolo?
“La Stefanel (con un altro mio idolo, Nando Gentile)”
Tatuaggi?
“Non si devono contare…e comunque, work in progress”
Suoni strumenti musicali?
“No, ma non vivo senza le mie cuffie. Amo la musica quasi quanto la pallacanestro”.
Cosa sei solita fare nel tempo libero? E il giorno dopo la partita?
“Mi piace un sacco camminare e conoscere la zona in cui vado ad abitare e adoro andare al cinema. Dopo la partita il riposo/relax è sacrosanto”.
Cosa avresti fatto nella vita se non avessi giocato a basket?
“Forse la poliziotta”
Cosa pensi farai a fine carriera?
“Mi incuriosisce il mondo dell’hair style (visti i miei continui cambi di look) e/o l’allenatrice”.
Hai un tuo motto personale?
“Chi la dura, la vince”
Chi conosci dell’attuale staff e roster dell’Umana Reyer?
“Sono stata compagna di squadra di Roberta Meneghel a Priolo. Per quanto riguarda le mie future compagne, non vedo l’ora di conoscerle. Anche perché, da avversarie, ci si conosce solo tecnicamente”
Sei mai stata a Venezia? Cosa sai della Città?
“Alcune volte. Penso che sia una città magica”
Hai seguito i playoff dell’Umana Reyer l’anno scorso?
“Si, certo”
Cosa sai dei tifosi dell’Umana Reyer?
“Da avversaria, nulla da dire: molto corretti. A giocare per loro… beh, spero che quest’anno si entusiasmino più che mai! E, partita dopo partita, spero di conoscerli sempre più”
Andrai a tifare per i ragazzi dell’Umana Reyer maschile e i giovani del settore giovanile maschile e femminile?
“Sì, impegni permettendo”