A Mantova, dove sabato sera si è consumato l’incontro – scontro tra la formazione locale e i biancorossi triestini è stato raggiunto il record dei record per quanto concerne la durata della gara, avventura agonistica che non è stata iniziata in ritardo, che non ha avuto particolari sospensioni che apparentemente è stata giocata, almeno per quanto hanno ritenuto i tre zuffolatori di turno i signori Galasso, Costa e Bramante, che hanno fatto durare la tenzone per ben 1 ora e 55 minuti.
Quanto occorso è stato attribuito all’asciugatura del parquet, funzione alla quale risultava incaricata una sola persona. Si è vista condensazione dovuta all’umidità e rilascio di sudore ogni qualvolta uno dei protagonisti veniva – per caduta o scivolamento – a contatto con la superficie lignea.
Un’altra dimostrazione pratica che i direttori di gara sono tanti e tra questi i capaci non sono molti.
Ad ogni buon conto va rilevato che si è vista un’altra partecipazione da parte dei biancorossi i quali sono quasi resuscitati, si sono dimostrati determinati anche se con andamenti sinusoidali che hanno portato lo score da meno 21 a meno 2.
Il commento di non pochi a conclusione della gara è stato pressochè unanime nel ritenere che la differenza stava tutta sotto canestro, alla cattura cioè dei rimbalzi sia di attacco che in difesa.
Quando si cercano a caldo motivazioni su cose non perfettamente riuscite si abbandona, spesso, la realtà; non è che i nostri uomini di sottocanestro siano stati di inferiore statura rispetto agli avversari, il problema è squisitamente tecnico: molti allenatori di valore ritengono che il tagliafuori sia un fondamentale individuale di grossissimo valore.
A Mantova inoltre Pipitone e los otros hanno trovato un Gandini che ha fatto lezione di come gioca un pivot sotto le plance, se sei in ritardo sull’avversario non conquisti il rimbalzo e spesso cadi nel fallo personale.
Comunque la reazione c’è stata e quando venerdì sera giungeranno al Palarubini i cestisti di Imola, dove i non pochi dirigenti accompagnatori del sodalizio biancorosso dovrebbero sciorinare un elegantissimo new look, come dicono i ragazzotti delle birrerie “i figoni del contorno”, i miglioramenti dei singoli e della squadra dovrebbero essere palesi.
Imola comunque non è più la squadretta che si è vista in non pochi campionati, è una formazione che ha giocato e vinto due partite firmando 151 punti e subendone 145, una buona media partita vicina agli 80 punti che Zahariev e gli altri dovranno contenere e soprattutto rispettare la norma che vuole: non dare spazio al tiratore.
A Mantova è iniziata la rinascita esistono tutte le possibilità per continuarla e potenziarla.
Attila Frizzo