Paul George e i 15.000 dollari di multa: quando l’Italia imparerà?

Gli States sono un punto di riferimento in materia di multe e penalizzazioni: un buon modello da seguire, sebbene la situazione italiana presenti alcune diversità.

Paul George, nella gara contro i Bulls di qualche giorno fa, è stato espulso per aver calciato la palla fuori dal rettangolo di gioco, finendo per colpire inavvertitamente una donna seduta pochi metri dietro il canestro.

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Questo gesto è costato ben 15.000 dollari di multa (inezie, se confrontati col suo stipendio di 18.100.000 dollari) e lo stesso giocatore dei Pacers si è premurato di spedire un mazzo di fiori alla tifosa coinvolta, con la quale si era subito scusato pubblicamente.

Parliamo però di regole: al di là di ciò che è contenuto nel Rulebook ufficiale, il Commissioner Adam Silver supervisiona ogni multa pecuniaria e c’è una discrezionalità che permette di gestire le situazioni dubbie o non specificate nel suddetto documento.

Il regolamento FIP , invece, evidenzia subito quelle differenze che sono ravvisabili – più generalmente – nella diversa “entità” dell’organizzazione: l’NBA è un sistema molto più grande, un business molto ben regolamentato e con pochissime, criticabili, lacune. Questo può portarci a due assunti:

  1. Il fatto che i cestisti tesserati nel campionato italiano guadagnino meno, non sembra essere un buon motivo per non punire in maniera più incisiva – anche con delle multe di natura pecuniaria – eventuali comportamenti antisportivi, scorretti e lesivi di questo sport.
  2. In Italia, i problemi maggiori provengono dal comportamento del pubblico (almeno questa è la percezione) e non da quello dei giocatori in campo. Qui si renderebbero necessari provvedimenti legati al controllo e alla eventuale rivalsa sul singolo, più che sulle multe rifilate alle società sportive che spesso non si sentono tutelate a riguardo.

Rajone