Fonte: La Stampa, a cura di Domenico Latagliata
Occasione sprecata. Ma nessun dramma. La Fiat vuole pensare positivo, anche se ha dovuto a malincuore dire addio alla possibile qualificazione alla Final Eight di Coppa Italia. Traguardo che pareva a un passo dopo avere battuto Reggio Emilia e che si è invece rivelato irraggiungibile a fronte dei ko contro Sassari e Brescia: «Siamo in emergenza da più di un mese – l’analisi del dt Marco Atripaldi -. Alla lunga, sono cose che si pagano». Le attenuanti non mancano certo: Poeta continua a soffrire per il mal di schiena e nell’ultimo mese si è allenato si e no tre volte insieme ai compagni, Wright ha giocato spesso su una caviglia malconcia e, nel match contro i lombardi, pure Washington e Alibegovic non erano al meglio.
Al netto di tutto questo, sono però emerse alcune lacune di squadra che, quando le cose giravano per il meglio, riuscivano a essere mascherate: un gruppo che vuole correre il più possibile avrebbe per esempio bisogno di rotazioni lunghe, cosa che la Fiat non è riuscita ad avere, vuoi per le imperfette condizioni fisiche di alcuni suoi interpreti e vuoi perché le seconde linee non hanno finora convinto del tutto coach Vitucci. Il quale è peraltro alle prese con il rebus di una tenuta difensiva che resta precaria: Torino rimane la squadra che subisce più punti di media (85) e ha un White dominante in attacco ma che va spesso in difficoltà quando deve difendere il proprio canestro, dove Wilson non gli dà una gran mano e dove Mazzola viene (troppo) spesso condizionato dai falli.
Soluzioni facili non ce ne sono, a meno di non voler pensare a una modifica del roster ipotizzando l’inserimento di un giocatore più fisico e «interno» di Wilson, che si è dimostrato nervoso nel finale del match contro Brescia lamentandosi platealmente («Prenderemo provvedimenti», così Atripaldi) quando Vitucci lo ha richiamato in panchina. Per il momento però nulla cambierà, volendo avere come punto di riferimento le buone prove di squadra spesso offerte nel corso del girone di andata. «Servono umiltà e pazienza – queste le parole di Vitucci -. L’imperativo è vincere a Varese sabato per concludere l’andata con sette vittorie: sarebbe importante per affrontare al meglio la seconda parte del campionato». La strada scelta è insomma quella della continuità e del raziocinio. Almeno per ora. Augurandosi tuttavia di non andare incontro a una crisi di nervi in caso di un ulteriore ko a Varese dove peraltro mancherà Poeta, spesso in campo in condizioni fisiche precarie e adesso costretto a fermarsi: la speranza è di riaverlo al top il 22, dopo la sosta, contro Avellino nel match che inaugurerà il girone di ritorno.