Il dieci e il dieci con lode nel Pagellone di Oscar Eleni

Fonte: Indiscreto.info a cura di Oscar Eleni

10 e lode A GIANLUCA BASILE Un grande. Come giocatore, ma soprattutto come uomo che interpreta nel modo giusto la parte del campione. Ci mancherà sul campo, non fatelo uscire dalla porta di servizio voi che potete e dite di comandare.

10 A PASQUINI, SARDARA e SASSARI perché sono tornati davvero ad occupare un posto fra le società che contano in questo basket che li vedrà anche in Europa a buon livello, se elimineranno il Le Mans dopo il Nymburk.

9 A DI CARLO e CAPO d’ORLANDO perché il loro modo di stare fra gente ricca è da nobili gattopardi. Il basket dovrebbe andare in pellegrinaggio a questo santuario dove magari non tutti sono santi, ma dove si può meditare.

8 A DIANA e BRESCIA per averci riportato, grazie alla presidentessa pasionaria, ai tempi del Pedrazzini e del barone Sales. Se il Vitali che darete alla Nazionale è questo allora Messina dovrà venire almeno a ringraziarvi insieme al Brunamonti che abbiamo rivisto con il suo sorriso dei giorni in cui era felice di servire una causa.

7 A MENETTI perché abbiamo letto che potrebbe trovarsi pure lui davanti alle maschere degli ingrati che popolano l’ignoranza dello sport nazionale. Per fortuna Landi non ascolta e non ha bisogno, come il collega di Milano, di confermare che non ci sono mai stati pericoli per l’allenatore. Ci mancherebbe e adesso non dite che potrebbe proprio essere Milano a volere il cuoco friulano dei reggiani.

6 A Romeo SACCHETTI per come ha sopportato la decisione sul nanosecondo che gli toglieva un supplementare contro l’adorabile nemica beffata spesso in passato. Interessante l’evoluzione della sua squadra.

5 A DE RAFFAELE perché i generali sfortunati rischiano. Cerchi di andare avanti nella coppa FIBA e mediti sui “tradimenti” di Rimini che ci sono stati anche se lui, giustamente, ha elogiato chi era in battaglia con i fucili di latta.

4 Agli ARBITRI delle finali riminesi se non si ritroveranno, invitino loro chi vogliono come ha fatto Petrucci in Romagna, per confrontare il metro di giudizio delle partite dirette. Non discutiamo sul giusto o sbagliato, ma sull’idea che i giocatori e gli allenatori, anche quelli che protestano a prescindere per fare i paraculi, per pararsi i sederone, devono sapere il grado di contatto concesso in uno sport che non è palla prigioniera.

3 A DONZELLI, DE NICOLAO, I VITALI perché ci fanno sempre passare per disfattisti quando diciamo che puntare sugli italiani è dura, un difficile viaggio nell’utopia se pensiamo a come troppe società hanno lasciato marcire vivai che erano fiorenti e che davano veri giocatori.

2 A REPESA estrapolando dal successo, dal voto per la vittoria, perché uno come lui non avrebbe mai bisogno di fare dichiarazioni tipo: “Fino a quando resto Milano vincerà”. Lo lasci dire a noi che siamo dalla sua parte, sapendo che molti non sono proprio convinti che per prezzo-qualità lui sia il migliore per la Milano che deve cavalcare in Europa più che in Italia.

1 Ad Ettore MESSINA se davvero crederà a tutto quello che dicono sui progressi dei giocatori che dovrebbero servirgli per il prossimo Europeo. Come si chiede ai politici: cammini sul marciapede e annusi per conto suo. Dal Texas? Be’, con i giusti accorgimenti si potrebbe. Ricordi Torino, non le partite, il contorno, rammenti l’esordio in Azzurro, l’evoluzione, non si faccia stregare da chi insiste per vedere tutti i migliori in nazionale. No. Ci devono andare quelli che credono al concetto di squadra non all’input dell’agente che vede la vetrina Azzurra più florida se hai la maglia della Nazionale.

0 A Werther PEDRAZZI perché far sentire invidioso un vecchio rudere del mestiere è grave, ma lui ci è riuscito con la bella intervista per il Corrierone del Dallera a Boscia Tanjevic che ha dipinto così bene i suoi 70 anni, una storia di sport, lasciando ai successori lo slogan che dovrebbe aiutarli a lavorare meglio: “Se risvegli l’anima trovi l’arte”. Detto in parole povere, fidiamoci di questo e non prendiamo paura ogni volta che il coro brontola senza nulla togliere al potente partito degli agenti che ha rieletto, ci fa piacere, Virginio Bernardi come presidente.