Digerita, non senza difficoltà, l’amara conclusione della presenza dopo ben 22 anni in Coppa Italia, la Pallacanestro Trieste si prepara alle due prossime giornate di gioco che potrebbero – pur entrambe in trasferta – essere determinanti alla conclusione della stagione 2016/17 del sodalizio triestino.
Volendo solamente sfiorare quanto è occorso durante e dopo le due gare giocate in Emilia dal team di Dalmasson si deve realizzare che la prima gara ha visto Bossi e compagni a resa cubitale, nel confronto con la Virtus Bologna 32 minuti incantevoli e 8 minuti da ragazzini dei Ricreatori che per la prima volta giocano in una finale.
Con l’eleganza e la leggerezza di un elefante in cristalleria i reggitori del basket nazionale, sia quelli istituzionali che quelli “professionali” hanno deciso che il bel torneo cestistico di fine stagione si svolgesse allorchè i giochi più impegnativi del campionato venivano iniziati. A nessuno dei finalisti infatti le superfatiche spese nelle tre giornate di gara ad eliminazione tornerà utile, infortuni a parte, i non pochi giocatori di non verde età che militano nelle squadre del concentramento, pagheranno le super fatiche esperite.
Quanto sopra non è solo un’opinione personale ma è stato un convincimento espresso da dirigenti, allenatori e preparatori atletici, prima durante e dopo la manifestazione.
Le fatiche dei biancorossi riprendono con la trasferta a Piacenza e quella di Cividale del Friuli del turno seguente.
Per il girone di andata la Pallacanestro Trieste alle due prossime avversarie ha dato lezione di basket superando i due quintetti avversari sia sotto il profilo tecnico che agonistico.
I larghi margini di vantaggio acquisiti, a suo tempo, a spese della modestissima Piacenza e della pari qualità Pallacanestro Udinese, fanno pensare a due trasferte che per Trieste valgono due vittorie, se è vero come è vero che nel basket il migliore vince sempre o quasi gli uomini di coach Dalmasson non corrono rischi, attenzione però ai dati che sono emersi nelle due ultime prestazioni: Pecile e Cittadini – due cestisti di valore che però non sono sul fiore della gioventù – hanno mostrato qualche difficoltà nell’impegno prolungato, Parks ha avuto un altro infortunio mentre non poche difficoltà sono state evidenti per le volute e pretese rotazioni.
Le magnifiche, superlative e spettacolari esibizioni di Green sono sicuramente più che pregevoli, fanno ricordare i grandissimi realizzatori di un tempo quali il serbo Korac e il messicano Raga, mostri sacri del basket che però avevano a loro disposizione un esercito di portatori di palla e disposti anche a difendere per loro, cose impossibili oggi nel basket basato al 90% nelle sue conclusioni, sul tiro da tre.
Trieste è in piena corsa deve seguire il binario opportuno.
Attila Frizzo