Chi guarda il dito, chi la luna
Eugenio Dalmasson in sala stampa ha invitato tutti, in maniera sottintesa, a guardare la luna e non il dito. La luna è rappresentata dai 38 punti in classifica, dalla vittoria con la Bondi Ferrara di 16 punti e da un filotto intero di successi che perdura dalla prima giornata; il dito invece è rappresentato dai 35 minuti sottotono, un po’ superficiali con cui i biancorossi hanno approcciato alla sfida. Io soffermo il mio sguardo prima sul dito e poi sereno verso la luna. L’Alma deve per superarsi limare i difetti, soprattutto derivanti da aspetti extra-tattici, perché la post-season è una brutta bestia che non ammette debolezze; per questo motivo bypassare la fragile espressione sui 28 metri dei trentacinque minuti in virtù della vittoria finale sarebbe delittuoso; poi, certamente si può aggiungere all’autostima già elevata quel grado di soddisfazione per una vittoria strappata nell’allungo, speculando sul calo fisico ferrarese, imponendo la legge dell’Alma Arena senza titubanze. E poi, lasciatemelo dire, se più di qualcuno guarda il dito, vuol dire che la squadra di Dalmasson è diventata veramente forte!
Senza Bossi non si va da nessuna parte
Lo sport è mutevole, le impressioni pure così come i sentimenti. L’ “affaire” Cavaliero adesso sembra aver un po’ depistato tutti sulla lettura corretta degli intendimenti societari ma soprattutto dal contesto attuale. Stefano Bossi sembra diventato di colpo il terzo incomodo dietro a Fernandez e lo stesso Cavaliero, l’agnello sacrificale (fa molto pasquale) in virtù di pretese contrattuali trapanesi. Piccolo problema: Fernandez e Cavaliero non sono a Trieste e Trapani ha deciso di trattare la questione Bossi a giugno. Non basta? Il “nostro” Daniele gioca da 7-8 anni esclusivamente come guardia, la sua stagione migliore l’ha giocata ad Avellino sugli scarichi di Jaka Lakovic e di norma un playmaker con il passare degli anni si sposta come numero “2”; Cavaliero quindi se arriverà a Trieste (e il soggetto non vede l’ora!), sarà come guardia a supporto del regista. Tutta questa premessa per dire che se l’Alma Trieste è terza in classifica lo deve anche al rendimento di Stefano Bossi, che senza di lui la squadra non va de nessuna parte; può vincere le partite è quello che indossa una canotta biancorossa griffata Alma e non una proiezione di mercato.
La serie A2 è un gran bel campionato
Devo essere sincero, nel veder Riccardo Cortese malinconicamente seduto sulla panchina di Ferrara e fuori dai giochi, pensavo che il pomeriggio dell’Alma Trieste fosse una passeggiata di salute. Invece la bellezza di questo girone di serie A2 è proprio l’imponderabile su tutto il fronte, nulla c’è di scontato, nemmeno quando una sfavorita stravince il derby o un’armata Brancaleone estense mette paura per 35 minuti alla terza in classifica. Questo induce ad avere il massimo rispetto per chiunque, la contingenza necessita un livello di concentrazione massimo, tanto che nel pomeriggio la Fortitudo Bologna rischiava di scivolare ad Ancona contro una Recanati mai doma.
Un bel arbitraggio
Spesso si cade nel cattivo costume sportivo per cui un buon arbitraggio viene tenuto sotto silenzio in quanto “sporco dovere”. Abbiamo registrato in questa stagione diverse prestazioni rivedibili delle terne arbitrali, esclusivamente per inconsistenza (e giovane età ndr.) e non per cattiva fede. I tre fischietti visti sotto le volte dell’Alma Arena ieri pomeriggio hanno discretamente convinto, sia a livello di personalità che precisione. Se andiamo a cercare il pelo nell’uovo qualche distrazione sulle infrazioni di passi c’è stata, uno dei tre è stato leggermente più timido, in generale una direzione comunque credibile e di buon livello. Avercene di questi arbitraggi.
Raffaele Baldini (www.cinquealto.com)