Fonte: Il Piccolo a cura di Raffaele Baldini
Gara 3, tutto l’orgoglio della Remer Treviglio davanti ai propri tifosi, tutta la voglia dell’Alma Trieste di chiudere la serie e pensare al prossimo turno. Chi la spunterà? Di certo ci sarà una risposta all’opposto quadro valoriale ereditato dalle due sfide precedenti.
Il pensiero che viaggia più veloce del tempo – La testa, imprescindibile elemento che governa tutto il corpo umano, e ne condiziona i movimenti. Il pericolo per l’Alma e i propri giocatori, involontario e sottile, potrebbe essere quello di rilassarsi in virtù della sbornia di gara 2 e del vantaggio evidente nella serie, garanzia di 3 match-ball. Preoccupazione ben chiara in coach Dalmasson, essendo stato lui il primo a sottolineare come il suo gruppo si esalta con le spalle al muro e si adagia quando non c’è “ansia da prestazione”.
Le palle perse – L’indicatore chiave delle prime due sfide può essere senz’altro quello delle palle perse; 8 palle perse in gara 1 e 21 in gara due sono la cartina tornasole di come i ragazzi di coach Vertemati hanno subito la difesa triestina. Attraverso il controllo del gioco, possibilmente evitando anticipi per rapide transizioni offensive di Green e soci, Treviglio vuole far sua gara 3. Per contro Trieste non deve fare altro che replicare l’intensità con difesa pressante e alta, appena prima della metà campo, con particolare attenzione alla fonte del gioco lombardo, Tommaso Marino.
Aprire la “scatola” – La legge dei grandi numeri non depone a favore dei biancorossi. La scorpacciata di mercoledì da oltre l’arco presuppone, per l’equilibrio cosmico universale, una bilanciata serata balisticamente tiepida. Tanto importante per gli esterni sarà gestire l’allettante spazio che la zona concederà oltre l’arco dei tre punti e l’opportunità di trovare punti facili vicino a canestro. La cicala e la formica.
Alma Arena…d’esportazione – Non ci sarà un meraviglioso sfondo rosso, né le migliaia di appassionati che trascinano vocalmente Coronica e soci. Ci sarà però una rappresentanza dell’Alma Arena anche a Treviglio, un moto passionale che macina chilometri per far sentire l’appartenenza e questo dovrebbe bastare ed avanzare per generare energia nel gruppo Alma. Se il fortino giuliano non si discute, la versione corsara balbetta un po’ di più ma come dice il coach stesso…se si vuole andar avanti, bisogna abituarsi a vincere in trasferta.