Gregor Fucka: e chi se lo dimentica, questo nome e questo cognome? Specialmente per gli italiani, si tratta di una figura che rievoca antichi e dolcissimi ricordi, sia a livello di club che di nazionale.
Nato a Kranj, in Slovenia, nel 1971 e approdato giovanissimo alla Pallacanestro Trieste quando ancora si chiamava Stefanel: l’Airone, questo il suo soprannome; un flessuoso atleta dotato di bidimensionalità incredibile, capacità di giocare vicino e lontano da canestro a dispetto dei suoi 215 centimetri di altezza.
Un atleta che ha segnato la storia di Trieste prima e Milano poi, passando poi per la Fortitudo e non toccando mai la NBA: tanta Spagna, con Barcellona e Girona, poi il ritorno in Italia per concludere la carriera fra Roma e Pistoia.
Terminata la parentesi da giocatore a quarant’anni, nel 2011, la decisione di tuffarsi a capofitto nel settore tecnico, con alcuni incarichi che però hanno lasciato pochi segni all’interno di una carriera resa famosa più dalle imprese sul campo piuttosto che in panchina.
Ora, la nuova opportunità: è stata la Pallacanestro Trapani ad inchiostrarlo come responsabile dello sviluppo dei giovani giocatori. La società siciliana ci ha visto lungo, ingaggiando un uomo che ha una carriera sportiva indiscussa, ma che deve ancora dimostrare parecchio come allenatore: ecco perchè lavorerà fianco a fianco con il responsabile del settore giovanile Fabrizio Canella e, nel contempo, si raffronterà costantemente con coach Ugo Ducarello.
Una curiosa circostanza, per Gregor Fucka, che ritroverà un tocco di triestinità in Sicilia: il playmaker Stefano Bossi, infatti, è tornato alla “casa madre” dopo l’ultima gloriosa stagione in maglia Pallacanestro Trieste. Curioso, il destino: il campione dell’altro ieri e l’idolo di ieri che si ritrovano, in una piazza agli antipodi rispetto a quella biancorossa. Vedremo se il proverbio “Nema Propheta in Patria” verrà ancora una volta applicato.