Alma Trieste: Bossi ieri e Fernandez oggi, ma il fulcro è sempre Da Ros

Cos’è cambiato nel gioco di Trieste con l’avvicendamento in cabina di regia.

Con il rientro di Stefano Bossi a Trapani avvenuto al termine della stagione 2016/2017 dopo due anni di prestito, la cabina di regia di Trieste è stata affidata, quest’anno, all’italo-argentino Juan “Lobito” Fernandez.

Quanto e come è cambiato il gioco di Trieste?

Per provare a rispondere – seppur parzialmente – a questa domanda sono state messe a confronto le cifre prodotte dalla coppia Stefano Bossi / Matteo Da Ros nelle prime otto giornate della stagione 2016/2017 (in cui il play triestino saltò l’impegno di Piacenza) e quelle della coppia Juan Fernandez / Matteo Da Ros nelle prime otto di questa stagione, in cui l’ala milanese è rimasta al palo nelle prime due gare (assente nella prima, non entrato nella seconda).

LE STATISTICHE DOPO L’OTTAVA DI CAMPIONATO 2016/2017

 

LE STATISTICHE DOPO L’OTTAVA DI CAMPIONATO 2017/2018

Guardando innanzitutto il minutaggio si nota come l’impiego di Bossi sia stato maggiore di quello di Fernandez (28,1 minuti il primo, 25,3 il secondo): in questo lasso di tempo Stefano ha distribuito più assist (3,6 contro 3) e ha preso più rimbalzi (30 contro 13), soprattutto in difesa (26 contro 10). Dall’altro lato l’impiego del Lobito è stato più efficace nella produzione (12,6 punti contro gli 8,9 di Bossi) con percentuali al tiro decisamente migliori, sia da due punti (56% invece di 47%), sia dall’arco (37% contro 21%), sia a gioco fermo (94% contro 75%). Fernandez ha tirato 48 volte da due punti, 27 da tre punti e 18 tiri liberi, mentre nella scorsa stagione a questo punto del campionato Bossi aveva scoccato 34 tiri da due punti e 39 da dietro l’arco, oltre ad 8 dalla linea della carità. Complessivamente, quindi, Fernandez pur restando meno in campo, durante i periodi di gioco ha tirato di più: 75 volte contro le 63 di Bossi. In ogni caso la valutazione media, che determina – per quanto in maniera asettica – lo spessore delle rispettive prestazioni, premia Fernandez con un valore di 11,5 rispetto all’8,7 di Bossi.

Matteo Da Ros nella regular season della stagione 2016/2017 è stato il giocatore più impiegato da coach Dalmasson con una media di 30,6 minuti sul parquet ad ogni gara (Bossi il quarto con 25,5), oltre ad esser stato il miglior passatore di Trieste e il 10° miglior assistman del campionato con 3,9 assist ad allacciata di scarpe (dopo di lui Bossi con 3,1), il secondo rimbalzista assoluto – dopo Parks – con 6,4 arpionate, il terzo realizzatore con 11,2 (Bossi il quarto con 9,7), e quello con la terza miglior valutazione media (14,5) dopo Green (18,9) e Parks (17,5) e prima di Stefano Bossi (9,7).

Rispetto allo scorso anno – sempre valutando le prime 8 gare di campionato – Da Ros ha visto aumentare la sua presenza sul parquet (da 29 a 31,8 minuti) e con essa anche gli assist, passati da 2,9 a 5,5, e i rimbalzi (da 34 in 8 gare a 41 in 6 gare). Pur mantenendo la percentuale del 31% dall’arco, sono diminuiti i punti segnati (da 11,75 a 10,5) e la percentuale da due punti (dal 47% al 37%), ma quest’ultimo aspetto va in ogni caso valutato in funzione dell’infortunio alla mano, dell’operazione chirurgica e del successivo periodo di riambientamento necessario a ritrovare i normali meccanismi di movimento e di tiro. Visti comunque i numeri dell’ultima gara e soprattutto il suo career high da 33 punti, probabilmente si può considerare concluso tale periodo.

Risulta anche interessante valutare quanto fornito dai giocatori in coppia, forzando un po’ le analisi statistiche dal momento che le stesse non distinguono i minuti di presenza sul parquet assieme o meno.

Il primo aspetto importante che si nota è quello relativo alla distribuzione ed alla frequenza dei tiri. Il numero complessivo di tiri da due punti è praticamente identico, così come le realizzazioni (45/96 per Bossi-Da Ros, 45/97 per Fernandez-Da Ros), ma mentre Bossi tirava la metà di Da Ros, nel duo Fernandez-Da Ros i tiri sono equamente distribuiti. Dall’arco Bossi tirava molto più di quanto faccia oggi (e meglio) Fernandez, distribuendo quasi equamente i tentativi da dentro e fuori la linea dei 6 e 75. Fernandez, invece, ha un rapporto 2 a 1 tra tiri da due punti e tiri da tre punti e questo ha di fatto diminuito i tiri da due punti di Da Ros, che l’anno scorso – in un certo senso – era costretto a compensare in qualche modo i pochi tentativi di Bossi. Questo è un valore aggiunto di particolare rilevanza nell’analisi delle dinamiche di gioco di Trieste, che si trova quest’anno nell’invidiabile condizione di avere il perno del suo gioco offensivo – Da Ros appunto – meno obbligato a tirare e più libero di giocare e soprattutto di smistare assist, risultando certamente più efficace e determinante di quanto sia già stato l’anno passato.

Un’altra analisi interessante si ottiene poi osservando l’incidenza delle due coppie sulle statistiche complessive di squadra relativamente ai tiri ed agli assist.

Per quanto riguarda i punti realizzati l’incidenza è praticamente la medesima: Bossi e Da Ros insieme hanno realizzato il 26,8% dei punti dell’Alma delle prime otto giornate, Fernandez e Da Ros il 27,2%, ricordando sempre che Da Ros quest’anno ha giocato due gare in meno.

Le percentuali di incidenza al tiro sono leggermente migliori per la coppia attuale sia da due punti (Bossi e Da Ros hanno segnato il 27,3% dei tiri dell’Alma, Fernandez e Da Ros il 28%), sia dai 6 e 75 (23,9% contro 26,5%), mentre è invertita dalla linea della carità (30% Bossi + Da Ros, 26% Fernandez + Da Ros).

Riguardo al rapporto tra tiri tentati e tiri realizzati dalle mani del duo della stagione scorsa sono partiti il 30% dei tiri da due e il 32% di quelli da tre della squadra, mentre in questo campionato i tentativi dall’arco di Fernandez e Da Ros sono stati il 28% del totale, ma sono soprattutto i tiri da due punti tentati che rappresentano una fetta importante, il 34%: significa che in questa prima parte di campionato ogni tre tiri scoccati all’interno dell’arco uno è partito dalle mani di Fernandez o da quelle di Da Ros.

A livello complessivo di fasi di gioco, infine, le due coppie hanno prodotto tentativi e realizzazioni molto simili: 57/148 per Bossi e Da Ros e 60/140 per Fernandez e Da Ros. Trasformando questi valori in percentuale si ottengono il 25% di incidenza sulle 228 realizzazioni della squadra per i primi e il 24% sulle 245 per i secondi, il 29% di incidenza sui 511 tentativi per i primi, il 28% sui 503 per i secondi.

Concludendo con gli assist, nelle prime otto gare del campionato scorso Bossi e Da Ros ne hanno distribuiti insieme 48 rispetto ai 117 del gruppo, pari al 41% (che diventa 44% rapportando tale valore alla media della squadra), in quello attuale Fernandez e Da Ros si sono occupati di 57 dei 121 assist dell’intera squadra, ovverosia del 47% (che rispetto alla media di squadra sale al 56%).

I numeri di quest’analisi comparativa ci dicono quindi, in maniera abbastanza chiara, che l’innesto di Juan Fernandez nello scacchiere tattico di Eugenio Dalmasson ha consentito, almeno in questa prima parte di campionato, di dare maggiore profondità ed efficacia al gioco di attacco di Trieste. I biancorossi, infatti, hanno potuto contare su un playmaker molto produttivo a livello di realizzazioni (è infatti il secondo marcatore dell’Alma dopo Javonte Green) per quanto meno incisivo riguardo agli assist, ma soprattutto su un giocatore la cui presenza consente a Da Ros di essere ancora più letale.

 

Marco Torbianelli